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Le origini del male: dall'incompetenza alla raccomandazione

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Le conseguenze di una società e di un mercato del lavoro basati sulle raccomandazioni sono sotto gli occhi di tutti. Ogni italiano “normale”, purtroppo, è costretto a testarne gli effetti sulla sua persona in varie occasioni della sua esistenza. Ma da dove nasce la cattiva abitudine alla raccomandazione e perché in questi ultimi anni sta proliferando senza alcun freno? Per rispondere a una domanda così complessa occorrerebbero voluminosi tomi e accurate ricerche firmate da fior di sociologi e di studiosi di economia, professionalità alle quali non osiamo minimamente accostarci. A questa domanda, però, ha risposto con acume e chiarezza la giornalista Milena Gabanelli (quella di “Report” su RaiTre) nell’ultima puntata di “Che tempo che fa?”, il programma condotto da Fabio Fazio in onda sulla stessa rete la domenica sera. Con una semplicità disarmante, la Gabanelli, dall’alto delle decine e decine di inchieste, delle quali lei e i suoi collaboratori si sono occupati, su malaffare, truffe e comportamenti deplorevoli da parte soprattutto dei decisori pubblici, ha chiarito che il magmatico e appiccicoso sistema nel quale si muovono l’economia e il lavoro in Italia deriva dall’incompetenza di chi comanda. Elementare, evidente, eppure spiazzante. Tutto qui? Lo sapevamo anche noi, direte. Già, ma ad un problema di così apparente banalità non sembra sia possibile trovare un’altrettanto scontata risposta in termini di contrasto, tant’è che questo “sistema” è uno dei mali, se non il male assoluto, della nostra società. Soluzioni? Nemmeno l’ombra, a parte quella ovvia, ritrita e anche un po’ demagogica del ricambio della classe dirigente, pubblica e privata. Glielo spiegate voi a questi signori che devono lasciare le loro comode e ben pagate poltrone per far spazio a qualcun altro? Ma se è vero che il primo passo verso la consapevolezza sta nella conoscenza, quello spiattellare lapalissiano sotto il nostro naso una verità incontrovertibile – se metti ai posti di comando gente competente l’Italia migliora – può far germogliare nelle nostre coscienze il seme della riscossa. I “non raccomandati” hanno poche ma potenti armi: la protesta, la mobilitazione, il voto, l’unione. Diamo la caccia agli incompetenti.
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