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Provincia di Isernia, in primavera sarà commissariata

Lo prevede un emendamento alla legge di Stabilità: le elezioni non si svolgeranno. Approvato dalla Camera dei deputati il disegno di legge per riformare questi enti

redazione
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La Provincia di Isernia sarà commissariata in primavera quando scadrà il mandato dell’amministrazione guidata da Luigi Mazzuto. È quanto prevede un emendamento alla legge di stabilità approvato l’altro giorno alla Camera dei deputati e che domani riceverà l’ok definitivo dal Senato. L’ente di via Berta sarà commissariato insieme ad altre 51 Province il cui mandato scadrà a maggio. Per quanto riguarda il Commissario non si esclude che possa essere lo stesso Mazzuto. Tuttavia, bisognerà vedere che cosa accadrà con la riforma delle Province voluta dal ministro Delrio che ieri ha ottenuto il via libera alla Camera dei deputati. Se questo disegno di legge verrà approvato dal Senato e, dunque, in via definitiva entro febbraio, il problema dei Commissariamenti in realtà non si porrà in quanto in via Berta e nelle altre Province arriverrano i sindaci ad amministrare l’ente. A quel punto la Provincia diventerà un ente di secondo livello e cioè non più eletto direttamente dai cittadini ma saranno appunto i sindaci dei Comuni ad entrare a far parte del Consiglio provinciale con un particolare di non poco conto: dovranno ricoprire questo incarico gratuitamente. Saranno poi i primi cittadini ad eleggere al loro interno il Presidente. La gratuità degli incarichi ad esempio, significa che in Provincia di Isernia - come emerso nel corso dell’ultimo consiglio provinciale sul bilancio svoltosi il 5 dicembre - il costo per il Consiglio e la Giunta, che nel 2012 si era aggirato su compelssivi 600mila euro, sarà azzerato e potrà essere destinato allo svolgimento di quelle funzioni che rimarranno in capo all’ente. Funzioni, che secondo la riforma, dovranno essere quelle di ‘area vasta’. Essenzialmente, secondo quanto prevede il disegno di legge, la Provincia dovrà gestire le strade e una serie di servizi associati per i Comuni. Le altre funzioni dovranno essere redistribuite, invece, tra i Comune e la Regione e cioé sui due principali livelli di autonomie locali che il Governo ha intenzione di far rimanere in attesa dell’abolizione totale delle Province con procedimento di revisione costituzionale. 

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