Con l'inaugurazione del padiglione didattico, avvenuta giovedì scorso, il museo del Paleolitico è interamente fruibile dai visitatori che possono, così, ammirare reperti archeologici unici al mondo. Ed infatti questo avvenimento non è sfuggito ai media che hanno dato ampia visibilità al sito archeologico Isernino, sia a livello nazionale che internazionale. La tv americana Cnn ha realizzato un importante servizio che è andato in onda sul circuito internazionale della rete televisiva satellitare (per vederlo clicca qui). Anche il Corriere della Sera ha dato spazio all'avvenimento con un articolo dal titolo 'Rinoceronti e ippopotami in Molise. Così mangiava l’uomo del Paleolitico' (per leggerlo clicca qui). Dunque, a 35 anni di distanza dalla scoperta dei reperti risalenti a 700mila anni fa, avvenuta in località Santo Spirito in occasione dei lavori per la costruzione della superstrada Napoli-Vasto l'immenso patrimonio archeologico isernino trova così la sua piena valorizzazione con importanti prospettive di sviluppo turistico, culturale ed economico per Isernia e l'intero Molise. Ma vediamo come si compone il museo (vedi galleria fotografica in basso). Nell'ala didattica inaugurata l'altro giorno sono state riprodotte le fasi salienti del percorso evolutivo che l'uomo ha compiuto in centinaia di migliaia di anni, dal paleolitico all'età dei metalli. È suddivisa in tre sezioni:
dal Paleolitico Inferiore al Paleolitico Superiore con esposizione dei materiali di Monteroduni, Rocchetta al Volturno e Pescopennataro. L'allestimento di questa sezione consiste in una capanna di arbusti e frasche;
dal Paleolitico Medio al Paleolitico Superiore con esposizione dei materiali di Civitanova del Sannio. L'allestimento di questo settore ruota attorno alla riproduzione della grande roccia-riparo di Civitanova del Sannio con le incisioni rupestri e i ripari in grotta.
Dal Neolitico all'Età del Bronzo con esposizione di materiali di Monteroduni Località Paradiso, Campomarino e Rocca Oratino (3 vetrine per circa 100 reperti e 3 pannelli didattici). In questo, è stata riprodotta una capanna dell'età del bronzo, con tetto a spiovente con l'incastro triangolare di giunchi e legni. L'allestimento, che ricostruisce l'ambientazione dei contesti con capanne e ripari in roccia che sono da supporto didattico a un visitatore poco esperto per meglio comprendere i modi di vita in epoca pre e protostorica, è reso ancor più evocativo dalla suggestiva presenza dei corsi fluviali che hanno accompagnato l'evoluzione umana nei vari siti e che sono rappresentati dal fiume Volturno e dal Biferno. Gli altri due padiglioni del museo sono invece composti da quello in cui è esposta una porzione restaurata della paleosuperficie e da quello degli scavi diretti dal professor Carlo Peretto dell'Università degli Studi di Ferrara.
(Galleria fotografica a cura di Mario Greco)