di Lucia Lozzi
Incontro, in Prefettura, di tutti i Sindaci della Provincia di Isernia con il Prefetto Fernando Guida e il Presidente dell’ANCI Molise Pompilio Sciulli per affrontare insieme le problematiche relative alla gestione del fenomeno migratorio. Ulteriori sbarchi verranno assegnati al Molise, circa 200 di cui parte alla provincia di Isernia. Nasce l'esigenza di capire, dove,come accogliergli e permettere un ntegrazione non fine a se stessa ma con una valenza che tenga conto anche del territorio e delle esigenze dei cittadini. La Prefettura di Isernia, attraverso la cooperazione sinergica con ANCI Molise, prima di tutto ha sottolineato come sia importante che i rappresentanti degli Enti Locali facciano rete per contribuire a costruire un sistema di accoglienza dei migranti richiedenti asilo, in linea con il decreto legislativo 142 del 2015, diretto a realizzare un sistema di accoglienza stabile fondato principalmente sulla rete delle strutture SPRAR. Si rende indispensabile gestire la situazione e ciò nasce dalla convinzione che proprio gli Enti Locali possono essere protagonisti e artefici di un sistema di gestione dell’accoglienza diretto concretamente all'inclusione sociale degli immigrati beneficiari di forme di protezione internazionale o umanitaria. Il Prefetto Guida, in modo concreto, ha sottolineato come dal punto di vista economico, sicuramente, sono un opportunita' ma il suo intervento, e il riscontro fornito ad ogni domanda posta dai Sindaci, ha evidenziato, semmai, una sensibilità più all'integrazione degli stessi nel tessuto sociale, soprattutto, nei confronti dei minori non accompagnati. Ha precisato, inoltre, che "la quota che viene assegnata a chi li accoglie proviene, per la maggior parte dei casi, da fondi europei la cui destinazione non si può cambiare ". Vero e' che colui che viene ospitato prende davvero poco al giorno, ed ecco spiegata anche la presenza di sempre più immigrati chiedere danaro per le vie della città . Alla domanda posta dal Sindaco di Conca Casale, in merito all'accoglienza di migranti che lasciano le loro famiglie e vengono a lavorare qui da noi, accolti con tutti i confort, ha risposto," la nostra legislazione prevede varie formi di protezione degli immigrati. La protezione di rifugiati, che si presta quando per loro esiste la fondata ragione, in caso di rientro, di una minaccia e di un pericolo nel loro paese d'origine e per la loro incolumità . Lo stato, quindi, fornisce questo tipo di protezione. Abbiamo, poi, una protezione umanitaria laddove non vi è rischio, se rientra nel suo paese, ma che è doverosa nei confronti dei minori, donne incinte e persone con patologie che vanno curate in paesi dove sono presenti strumenti di cura avanzati". Il Presidente della Provincia Coia, a sostegno delle sue parole, ha, inoltre, affermato, "prendiamo atto che siamo rappresentanti delle istituzioni e, pertanto, abbiamo l'obbligo istituzionale del diritto di asilo. Saremo sempre più chiamati a rispondere a questa esigenza e ancora per tanto tempo. L''ANCI sta affrontando questo problema, siamo presenti e metteremo in campo il nostro impegno ma, dobbiamo controllare la gestione in entrata degli immigrati, chi li accoglie e gestisce. La prefettura controlla ma al Sindaco del paese ospitante bisogna dare più facoltà di controllo. Di certo è una grande opportunità anche economica per la nostra regione, comune, ma vanno coinvolti nella vita sociale. A tal proposito, si richiede sempre più un associazionismo interculturale. Gli ambiti territoriale si devono fornire di mezzi, servizi per la gestione del fenomeno dell'immigrazione. Noi continuiamo ad essere attori passivi di questi fenomeno e questo non va bene. I Sindaci non possono vedersi arrivare tantissime persone nei propri paesi, soprattutto quelli più piccoli, senza poterli gestire e garantire per loro quelli che sono i servizi essenziali. Dobbiamo essere e i veri protagonisti. Ruolo fondamentale quello delle cooperative e dei mediatori culturali che non ci sono. Coinvolgiamo le associazioni imprenditoriali ma anche la Chiesa deve fare la sua parte " . Ad uno ad uno gli interventi si sono susseguiti, tutti in linea sul praticare una " sana e costitutiva ospitalità " . Le forme di protezione internazionale si sono ridotte, ora il problema è di natura governativa". Cosa fare, poi, dei cosiddetti migranti economici, coloro i quali sono in Italia per lavoro. Da noi sono piuttosto circoscritti ma, indubbiamente si deve gestire anche questa situazione. Gli immigrati di sesso maschile che vengono qui per lavorare, hanno lo stesso diritto, dettato dal diritto internazionale. La richiesta del Sindaco di Frosolone, "pensare ad una distribuzione di immigrati equilibrata e sostenibile tra le diverse realtà locali, ed una loro effettiva integrazione nel tessuto economico e sociale della provincia. Si può prevedere, ad esempio, un laboratorio particolarmente efficace su cui lavorare, coinvolgere i richiedenti asilo in attività sociali". Abbiamo tanti ettari di terreno agricolo su cui lavorare, si può pensare alla creazione di prodotti di cultura biologica e a lavori di artigianato, di tombolo per esempio e, in virtù di queste attività , ricevere anche dei finanziamenti. Dagli interventi di tutti i Sindaci, pur essendo preparati all'emergenza , e' emersa, comunque, una certa preoccupazione e, a tal proposito, una richiesta di attenzione da parte delle istituzioni per un integrazione ponderata. La riunione è stata anche occasione per condividere le reali opportunità offerte dal territorio e quelle da realizzare. Attualmente sono tremila i richiedenti asilo presenti in regione e più di mille sono stati accolti nella provincia pentra. L’incontro, fortemente voluto dal Prefetto Guida, ha quindi evidenziato un quadro della situazione attuale e che sarà per le prossime settimane e ha avuto lo scopo di stabilire un modo di operare condiviso da tutti i Comuni che si faranno parte attiva mediante la presentazione di ulteriori progetti Sprar entro il primo termine di scadenza, il 30 ottobre. Attraverso tali progetti potranno ottenere di non avere più la collocazione di ulteriori centri di accoglienza temporanei, che sono quelli gestiti dalle prefetture. Se la comunità , con i Sindaci sa gestire questa situazione si potrà creare una reale integrazione. Concordi tutti nel dire che "dovrebbe esserci, per ogni comune, una quota, ma non è così. Sembra più un affare per i privati. Bisogna occuparsene seriamente, integrandoli in progetti, creare un servizio alla comunità e applicare un servizio di assistenza sanitaria per il controllo di eventuali problematiche legate agli sbarchi da paesi in cui le malattie sono il quotidiano.