Isernia, 29.06.2011. Una gradita visita in quella che, per la prossima stagione, sarà la sua città. Maikel Cardona, colosso della Geotec Isernia per la stagione 2011/12, ha fatto un giro panoramico del capoluogo e della provincia pentra e si è poi incontrato gli organi di informazione.
“Se volessimo trovare un filo conduttore del prossimo campionato, sicuramente potrebbe essere racchiuso nell’espressione “passione e sfida”.
Passione, perché il mio lavoro è la mia passione, in tutto ciò che faccio metto me stesso. Sfida per dimostrare a quanti non credono più in me e nelle mie capacità, che sono ancora il Cardona del periodo precedente l’infortunio. È tale il motore che mi spinge a far bene, ed è questa passione che voglio trasmettere ai miei futuri compagni di squadra”.
“Nell’ultima stagione a Carpi – aggiunge l’italo-cubano – ho giocato da opposto, un ruolo insolito per me, ma posso affermare tranquillamente che è stato un campionato estremamente positivo. Anche quella era una sfida e credo di averla affrontata nel migliore dei modi e, peraltro, con ottimi risultati”.
Cardona poi parla dell’avventura che l’attende. “Come sarà la prossima stagione? È sempre meglio non sbilanciarsi, diciamo solo che ci sono tante
positività: conosco già alcuni atleti, ho giocato a Forlì con Di Franco e a Cavriago con Spampinato. Poi, va aggiunto pure il fatto che sono stato fortemente voluto e per un giocatore il ‘sentirsi desiderato’ è già una spinta, perché sai che la società punta su di te, anche se di contro sono consapevole di avere la responsabilità di non deludere e dare il massimo.
Credo molto nelle energie positive: più sei positivo e più si attraggono situazioni piacevoli. E, pertanto, i presupposti per far bene ci sono tutti!”
“Inoltre, sono convinto – sintetizza Cardona – che sia necessario procedere per piccoli passi. Non occorre fare proclami o fissare obiettivi ambiziosi, ma muoversi per gradi, partita dopo partita. Bisogna focalizzare l’attenzione sul singolo obiettivo, così da crescere e migliorarsi gradualmente senza subire il peso psicologico delle mete importanti”.