Si è svolta venerdì nella sala Giunta della Provincia di Isernia, una conferenza stampa per chiarire la vicenda legata all'affidamento del servizio tesoreria dell'ente e al pagamento degli stipendi ai dipendenti.
All'incontro erano presenti il Presidente della Provincia, Luigi Mazzuto, la dirigente del settore Finanze, Gabriella Petrollini, il dirigente del settore Amministrativo, Lino Mastronardi, l'assessore al Bilancio, Florindo Di Lucente, quello al contenzioso Clementino Pallante e l'assessore alla Caccia e alla Pesca, Gino Taccone.
Il Presidente Mazzuto ha annunciato preliminarmente che proprio nella stessa giornata erano stati pagati gli stipendi a tutti i dipendenti. "Intendo ringraziare – ha dichiarato Mazzuto – i dipendenti che hanno capito la situazione e hanno evitato ulteriori problemi. Proprio questa mattina, attraverso un transfert fatto dalla Banca d'Italia, hanno potuto riscuotere gli stipendi". Il Presidente è poi entrato nel dettaglio delle motivazioni che hanno creato il contenzioso con la banca Unicredit, ex tesoriere dell'ente.
"Il 31 dicembre del 2009 – ha spiegato Mazzuto - è scaduto il contratto di tesoreria con l'Unicredit. Successivamente, è stato rinnovato per un altro anno, ossia, fino al 31 dicembre 2010. Tuttavia, tra il 19 e il 20 maggio del 2010 si è verificato da parte del tesoriere un fatto increscioso che avrebbe potuto comportare la rescissione immediata da parte della Provincia del contratto in essere con l'istituto bancario. Cosa che non è stata fatta per non creare problemi al servizio pubblico. In pratica, – ha spiegato Mazzuto – la ditta Maltauro ha chiesto il pignoramento di una cifra superiore ai tre milioni di euro a fronte di un credito di circa soli 2 milioni e 700mila euro ma ancora sub judice. Noi ogni semestre come Provincia – ha aggiunto Mazzuto – facciamo delle delibere di impignorabilità per richieste inferiori ai 3 milioni di euro e poi le inviamo alla tesoreria. Ma ecco che con la richiesta di un pignoramento superiore ai tre milioni è stato trovato un escamotage per superare questo problema. I fondi, nonostante, le nostre delibere di impignorabilità , regolarmente comunicate alla banca, sono stati comunque pignorati. Di fronte a questa situazione, abbiamo deciso di opporci al pignoramento, facendo ricorso al tribunale di Roma. E, proprio, il tribunale di Roma lo scorso 23 febbraio ci ha dato ragione dicendo che effettivamente quei fondi non potevano essere pignorati. A seguito di questa sospensiva e, in attesa che si discuta nel merito anche il ricorso parallelo davanti al Tar, l'Unicredit, pur non potendo vantare più nulla nei nostri confronti, continuerà per il momento a svolgere il servizio di cassa".
Durante l'incontro il Presidente ha anche sottolineato che, malgrado tutti questi contenziosi, non ci siano spettanze pregresse nei confronti dei fornitori. Infatti, prima della scadenza del servizio di tesoreria con l'Unicredit erano stati regolarmente liquidati i fornitori. Gli amministratori politici dell'ente, invece, non vengono pagati da dicembre.
Il dirigente del settore Finanze Gabriella Petrollini ha, invece, ripercorso le tappe salienti che hanno provocato il contenzioso tra l'ente di via Berta e l'Unicredit. "Il 31 dicembre del 2009 – ha spiegato Petrollini – è scaduto il contratto con l'Unicredit. Nel gennaio 2010 è stata prorogato di un anno il servizio alla stessa banca per un altro anno in attesa di indire una nuova gara di affidamento. A ottobre del 2010 è stata fatta una gara d'appalto alla quale hanno risposto tre banche: Unicredit, Banca Popolare di Ancona e Banca del Lavoro e del Piccolo risparmio. L'offerta di Unicredit è stata esclusa ai sensi dell'articolo 38 del codice degli appalti. A quel punto l'Unicredit ha presentato ricorso per escludere anche le altre banche per assenza degli oneri di sicurezza. A quel punto abbiamo deciso in regime di autotutela di annullare la gara. Lo scorso 10 gennaio, seguendo l'articolo 57 del codice degli appalti, abbiamo indetto una procedura ristretta. Abbiamo invitate 5 banche e ha risposto solo una. Abbiamo, quindi affidato il servizio – ha concluso Petrollini - a questo istituto di credito. Successivamente c'è stato il ricorso al Tar da parte dell'Unicredit che ha ottenuto la sospensiva sulla procedura negoziale".