Il Molise ha sancito con legge regionale lo svolgimento di una seduta obbligatoria del Consiglio Regionale il 31 ottobre di ogni anno per ricordare le vittime del sisma di San Giuliano di Puglia, il crollo della scuola e l’attività svolta dal 2002 per completare la ricostruzione post-sisma e mettere in sicurezza il territorio a partire dagli edifici scolastici e dall’area del cratere. Nel corso degli anni si è stratificata una prassi eminentemente commemorativa che anticipa di qualche ora le celebrazioni in onore delle vittime che si svolgono a San Giuliano di Puglia e che in futuro potrebbe prevedere più opportunamente la convocazione del Consiglio Regionale presso la Sala Consiliare di quel Comune per unire i due eventi nel luogo che segnò per sempre la storia di quella comunità e di tutto il Molise. Per ciò che attiene i rischi connessi col terremoto, e più nello specifico con le scosse del 24 agosto ad Amatrice ed Arquata del Tronto, e in particolare con la scossa di magnitudo 6.5 di questa mattina a Norcia, prospetto la necessità di una seduta consiliare specifica preparata da un’istruttoria della Commissione Ambiente e Territorio, in cui sia possibile accertare lo stato della ricostruzione post-sisma 2002 e più in generale la situazione in cui versano gli edifici pubblici e privati nella nostra regione. L’estensione del terremoto del 24 agosto di Amatrice verso i Monti Sibillini a Nord ed il persistere delle scosse di assestamento obbligano il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile insieme all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia​a monitorare tutta la faglia sismica degli Appennini, da Nord a Sud, per seguirne l’evoluzione e intervenire in caso di necessità . Stante gli accadimenti di queste ore, in aggiunta alla solidarietà con le popolazioni colpite di Umbria e Marche, e alla costernazione per il crollo della Cattedrale di San Benedetto, il Patrono d’Europa, urge pianificare un’azione istituzionale unitaria che permetta di acquisire un quadro informativo aggiornato sul nostro territorio e sul nostro sistema di Protezione Civile.
Michele Petraroia​