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Crisi economica e aspettative giovanili, intervista a Franco Giorgio Marinelli

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Crisi economica, disoccupazione, speranze e illusioni, alternative e possibilità di uscirne. Questi i temi con cui i la maggior parte dei giovani si trovano a dover fare i conti giorno dopo giorno, e questi i temi su cui ha accettato di confrontarsi l’avvocato Franco Giorgio Marinelli. Prima assessore alla Regione Molise e ora vicepresidente del Consiglio regionale, lui, che da politico di vecchia data conosce bene la difficoltà della situazione, ne fa un’analisi generale e non risparmia qualche buon consiglio per i giovani.

Quanto è difficile il momento storico ed economico che stiamo attraversando? Che risposte deve dare  la politica?

Il momento è difficilissimo e lo sarà ancora per molto. Mi sono seriamente preoccupato quando Monti ha detto ‘no’ alle Olimpiadi del 2020, il che vuol dire che i tempi della crisi saranno molto lunghi, che lo stato di dissesto è gravissimo, che la crescita non è cosa vicina. Tutto questo ci mette in grande difficoltà, anche perché il problema non è su scala locale bensì globale. Pertanto, non si possono trovare delle facili soluzioni e venirne fuori non sarà cosa affatto semplice. La politica, da parte sua, ha il compito e il dovere di dare delle risposte: innanzitutto, la sobrietà. La politica deve tornare quella di una volta, quella dei vecchi tempi, meno urlata e più sentita. Dopo Monti, il Governo tornerà in mano ai partiti, e là bisognerà dare un segnale forte. La gente è sfiduciata, c’è una sorta di disinnamoramento nei riguardi delle istituzioni, cosa comprensiblile se si considera l’elevato numero di persone che stanno realmente male e non riescono a guadagnare il minimo indispensabile per la sopravvivenza. Così, nel clima di antipolitica generale, si tende anche a fare di tutta l’erba un fascio, senza tenere conto del buono che c’è stato e che c’è ancora. Se si vuole cambiare orizzonte, bisogna dare nuovamente fiducia alla popolazione, attraverso comportamenti sobri e corretti.

La Regione Molise come si muove in questo senso?

Sicuramente sta dando dei segnali positivi: niente auto blu, il disavanzo sanitario sta calando, e speriamo di poter aggiustare le cose entro la fine dell’anno. Inoltre, ha abolito i vitalizi e ridotto le indennità degli eletti a partire già da questa legislatura, tagliando i costi della politica. Abbiamo anche varato delle misure anticrisi, che presenteremo anche qui in Agnone, per andare incontro alle imprese. Il Molise si sta muovendo bene, ma ciò non toglie che si possa fare di più.

Ecco, cosa si può fare di più?

Rivedere tutto l’assetto istituzionale, nel senso di limitare la spesa che viene dagli Enti, i quali devono assolutamente subire una seria revisione. Il Molise ha due provincie, numerosissimi dipendenti regionali, ha insomma bisogno di essere riordinato dal punto di vista amministrativo. Non sono contro il taglio delle Provincie, penso anzi che bisognerebbe affrontare seriamente ed adeguatamente il tema. Più in generale, io che tengo moltissimo all’autonomia della regione Molise sono consapevole del fatto che, se vogliamo mantenerla – cosa che io voglio - bisogna tagliare e tagliare ancora, e anche molto.

Il movimento Almosava propone una soluzione in questo senso, almeno per il nostro territorio…

Ammiro molto il movimento e i suoi sostenitori, in quanto si tratta di un tentativo nobile e concreto di risolvere i problemi di quest’area così disagiata e di questa popolazione, alla quale tengo moltissimo e per la quale ho dato moltissimo, al di là di ciò che si vuole far credere. Tuttavia, personalmente, non credo nel progetto Almosava perché lo ritengo di difficilissima attuazione, tecnicamente parlando. Rinnovo però il mio apprezzamento per quanti si stanno impegnando.

Altre soluzioni per lo sviluppo?

Sicuramente puntare sul turismo, che è la vera carta vincente, e sull’artigianato.

A proposito di turismo, cosa pensa della mobilitazione per la tratta Carpinone-Sulmona?

Penso che non si possa assolutamente ripristinare, ma certamente ‘riutilizzare’ in chiave turistica, e in merito sono anche intervenuto in Consiglio. Chi propone questo fa un’ottima cosa, ma ciò che serve sono i finanziamenti, e, a questo punto, è forse più opportuno puntare sull’utilità: ci sono tante problematiche sui trasporti, ci sono treni che vengono regolarmente presi con grossi disagi da parte della popolazione. Credo che bisogna puntare soprattutto su questo, e poi, se c’è disponibilità, benvenga anche il resto.

Un messaggio ai giovani altomolisani?

Non bisogna scoraggiarsi, ma avere fiducia ed essere ottimisti per forza, altrimenti non si mette mai fine al peggio. Un’arma vincente è quella di cercare di accontentarsi senza pretendere oltre, di non fissarsi più sul ‘posto’ ma puntare sui ‘nuovi mestieri’, creando qualcosa di originale e innovativo. Oggi i giovani devono rivalutare il settore artigianale, quello agricolo, i lavori autonomi, riscoprendo qualcosa che si è perso e che può diventare la chiave di volta di uno sviluppo lento e difficile, ma non impossibile.

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