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'L'oceano ingordo dei pensieri'

Il nuovo libro di Francesco Paolo Tanzj

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 Venerdi 23 novembre ore 18.00

Libreria Enzo Della Corte

Corso Risorgimento 201 Isernia

Presentazione del libro di Francesco Paolo Tanzj

"L'oceano ingordo dei pensieri",

Raccolta antologica 1967 / 2008

Edizioni Artescrittura, Roma 2012

Interventi:

Silvana Poccioni – poetessa e scrittrice

Giulio de Jorio Frisari – critico letterario Università degli studi del Molise

Moderatore

Giovanni Petta

In questa antologia Giorgio Patrizi e Giulio de Jorio Frisari hanno voluto inquadrare l’opera di Francesco Paolo Tanzj in un ragionamento storico-letterario quanto mai esaustivo e formato da nessi e collegamenti inaspettati con le figure più caratteristiche e caratterizzanti degli anni difficili di una testarda e solitaria resistenza umanistica. Una cronologia di testi, dunque, che segue un itinerario esemplare e progressivo, dai primi componimenti giovanili – che, riletti oggi, mantengono inalterata la loro carica istintiva ed escatologica al tempo stesso – alle ultime prove di più meditata riflessione esistenziale e tuttavia caparbiamente densa di impegno sociale.

Francesco Paolo Tanzj Presidente del Centro Studi Altomolise, ha pubblicato le raccolte di versi Aggregazione (Gabrieli, Roma 1974), Oltre (Libro Italiano, Ragusa 1995), Grande Orchestra Jazz (Tracce, Pescara 1996), Per dove non sono stato mai (Stango, Roma 2002), Oltre i confini – Beyond Boundaries (La stanza del poeta, Formia 2008) e il  DVD video-poetico-musicale Ad alta voce (2001), ampliato nella nuova edizione 2010.

“Un’ispirazione poetica che scorre libera, le parole ed i pensieri si allacciano, si provocano, reciprocamente si stimolano in uno scorrere talvolta impetuoso… La musa è lo slancio vitale, maestro è l’occidente d’oggi”. (Stanislao Nievo)

In prosa i romanzi Elogio della provincia (Stango, Roma 1999), Un paradiso triste (Tracce, Pescara 2007) e l’inedito Ci vediamo da Jole.

Dicono di lui:

Un itinerario poetico attraverso i miti, i rituali e gli stilemi dell’esperienza novecentesca. Passati  al vaglio (e al travaglio) della ricerca interiore, senza mai indulgere in cedimenti nostalgici. Una cultura alternativa di cui l’autore si compiace – e di cui si riappropria – per farne i “mattoni” del proprio edificio letterario e della propria architettura linguistica. Rivelando al lettore la prospettica evocativa e affascinante che assumono gli eventi quando – sottratti al vissuto estraniante dell’esperienza quotidiana – vengono trasfigurati nella dimensione atemporale della poesia. (Francesco D’Episcopo)

Intravedere nelle pagine poetiche di Francesco Paolo Tanzj una dimensione parallela che si è composta su più binari sollecita una analisi destinata a mettere in luce il contrastante rapporto tra intellettualismo cerebrale e nevrotico e il lirismo che sembra progressivamente svilupparsi come un’isola, come un miraggio di salvezza, come un sogno nel disperato crastino calembours. Ecco: nei singoli componimenti di Tanzj si ravvisa un originale sistema di tratte ferroviarie percorse dall’autore nella coincidenza tra vita e sfida poetica, onesta sfida al quotidiano, seria dimensione da reading creativo dove l’improvviso settecentesco è disceso nel confronto demo–cratico e nell’aspirazione utopica all’uguaglianza che rompe gli schemi e offre la sua prodiga nobiltà umanistica. (Giulio de Jorio Frisari)

E’ un canzoniere complesso, ricco di tensioni, sfaccettature, di memorie ed utopie, di parole evocatrici, di sussurri e grida, questo di Francesco Paolo Tanzj. E l’universo che queste poesie descrivono ed evocano, è un mondo complesso ed articolato, vasto come la vita, riconoscibile nella sua fisicità, nei sentimenti che agita, nel sapore di storia che trasuda.    … l’oceano che  sappiamo essere una figura della totalità, insieme fonte di vita e di morte; il pensiero: il lavoro mentale, intellettuale e passionale, che si confronta con il quotidiano ma anche con una utopica visione del mondo; in mezzo un aggettivo – ingordo - che, riconduce la vicenda dell’umanità, della storia, alla pulsione di un’affermazione di sè in un mondo in trasformazione, “parlato” da linguaggi densi, plurali, mescidati. (Giorgio Patrizi)

 

terraecuore.net

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